Accettato dal management
Se il “capo” o i dirigenti non sono convinti che la cosa possa funzionare, non funzionerà mai. Questo ci porta al secondo punto:
Possiamo aiutarti a selezionare, testare e mettere a punto i diversi strumenti necessari a consentire alla tua squadra di lavorare da remoto.
Solitamente sono necessari almeno 3 tipi di software:
A cui si possono aggiungere un time tracker e un CRM (e altri a seconda delle necessità operative).
Possiamo accompagnarti in questo passaggio in modo completo, formando te e il tuo personale sull’uso dei diversi applicativi, sulla formalizzazione dei processi e su come affrontare i diversi ostacoli che si presenteranno lungo il percorso.
La formazione può essere fatta in loco, ma naturalmente preferiamo farla via teleconferenza, così iniziate a prenderci un po’ la mano 😉
Lo smart working (purtroppo? per fortuna?) potrebbe anche costringerti a “digitalizzarti” un po’ di più. Questo non vuol dire semplicemente usare la mail invece della carta.
Vuol dire assumere una mentalità diversa rispetto alla gestione delle informazioni: accessibilità, trasparenza e semplicità di gestione sono le tre parole chiave. Idee astratte, che possiamo aiutarti a concretizzare nel tuo lavoro quotidiano.
I miei dipendenti passeranno tutto il loro tempo su Facebook?
No. I tuoi dipendenti non passeranno tutto il loro tempo su Facebook, anzi, si sentiranno responsabilizzati e cercheranno di lavorare di più. Sapranno inoltre che l’unico metro di giudizio del management o del “capo” saranno i risultati prodotti, e non il tempo passato alla scrivania in ufficio.
Naturalmente in ogni ufficio ci sono i fannulloni. Tendenzialmente con lo smart working è più facile individuarli.
la mia azienda ha X dipendenti, possiamo fare smart working?
Si, aziende di tutte le dimensioni possono fare lavoro remoto. Se sei una piccola azienda, sarà forse più semplice, se invece l’azienda dove lavori è molto molto grande, il processo sarà più lungo e complesso.
In quest’ultimo caso consigliamo sempre di partire da un singolo dipartimento, o anzi ancor meglio, da 1-2 gruppi di lavoro, e attraverso un’attività di trial and error, affinare processi e strumenti, in modo da estendere mano a mano la nuova modalità di lavoro a tutta l’azienda.
Ci sono aziende molto grandi, che seguono tipologie di progetti estremamente complessi, che lavorano esclusivamente da remoto. Un’esempio è Automaticc l’azienda che sviluppa WordPress, WooCommerce e WordPress.com. Hanno 940 dipendenti, disseminati in decine di fusi orari. Abbastanza impressionante.
Come faccio a controllare cosa fanno i miei lavoratori?
Se il motivo per cui vuoi controllare cosa fanno i tuoi dipendenti è dovuto dalla paura che stiano passando il loro tempo guardando video di gatti su Youtube, non c’è nessuno strumento che possa mitigare la tua ansia.
Se invece hai bisogno di capire qual’è il loro carico di lavoro, su che cosa si stanno concentrando, e che tipo di problemi stanno risolvendo, oppure se hai bisogno di tracciare le ore spese su diversi progetti per questioni di fatturazione, allora si, ci sono diverse soluzioni.
Per il primo problema, hai bisogno di un software di “gestione dei progetti”, ne puoi trovare diversi in giro. Noi usiamo ClickUp, puoi provarlo anche tu gratuitamente se vuoi.
Per il secondo problema, hai bisogno di un “time tracker”, noi usiamo Clockify, anche questo è possibile provarlo gratuitamente.
Quanto costa la consulenza?
La consulenza può costare un caffè (digitale, visto che siamo in tempi di quarantena 😉 ) se vuoi solo avere qualche informazione. Se invece hai bisogno di formazione e/o un piano di lavoro per migrare la tua workforce in remoto, allora ti chiediamo di raccontarci qualcosa di più sulla tua azienda e sui tuoi obiettivi.
E’ facile convertirsi al lavoro da remoto?
Dipende da tantissimi fattori.
Se la tua azienda ha già una cultura che:
Allora la transizione sarà semplice e indolore.
Se invece la tua azienda tende ad avere una burocrazia invasiva, se il management o il capo percepiscono i dipendenti più come delle zecche che come delle risorse, e via di questo passo, probabilmente la transizione sarà più complessa. Qualcuno probabilmente si licenzierà. Ma i più “sani e forti” rimarranno.
Un altro fattore da prendere in considerazione è quello dell’età. Una forza lavoro avanti negli anni sarà più difficile da riconvertire (le abitudini sono più complicate da cambiare dopo decine e decine di anni). Difficile, ma non impossibile. Se sei un buon manager, ce la farai!
Quali sono gli svantaggi a lavorare da remoto?
Vorrei dirti che non esistono, ma in realtà qualche svantaggio c’è.
Prima di tutto l’isolamento: in ufficio si creano e si coltivano delle relazioni. Quando lavori da casa è più difficile farlo (difficile, ma non impossibile). La pausa caffè con i colleghi non esiste, e neanche il pranzo al bar. L’azienda deve quindi essere in grado di promuovere delle alternative valide.
Secondo (so che ti può suonare incredibile) esiste davvero il rischio che un dipendente lavori troppo: quando lavori da remoto, non esistono orari, e come sappiamo, il nostro lavoro non finisce mai. E’ molto difficile, specialmente agli inizi, imparare ad auto imporsi dei limiti, specialmente se si ha molta passione per quello che si fa. Se può sembrare una cosa quasi positiva, alla lunga diventa insostenibile e porta al burnout.
Terzo, è un po’ complicato convincere parenti e amici che quello che si fa è “un lavoro vero”, ma questo con il tempo si risolve 😉